DIO TRA GLI SCHIAVI
Titolo crudele, di forte provocazione,
scelto dallo scrittore-giornalista Enzo Biagi per scuotere le coscienze
dei telespettatori che, alcuni anni fa, la sera del Venerdì Santo
(data di Passione in sintonia con il tema trattato), hanno seguito
su Rai Uno un servizio speciale dedicato ai bambini affamati e disperati
della povera diocesi di Rumbek affidata al vescovo mons.Cesare Mazzolari.
"Del Sud Sudan -spiegava Biagi- parlano cifre impressionanti: oltre
tre milioni e mezzo di persone sopravvivono solo grazie agli aiuti
umanitari; sono più di due milioni le persone morte dal 1983 soprattutto
a causa della guerriglia; e negli ultimi tempi, per via della siccità,
sono morte decine di persone al giorno".
"Tanti anni fa -sono sempre parole di Biagi- era ancora
un bambino, l'attuale vescovo di Rumbek, e il padre lo portava a casa sul telaio
della bicicletta. Il piccolo un giorno gli disse: 'Voglio diventare missionario'.
Sentì delle gocce che gli cadevano sulla testa: il babbo piangeva". Oggi quel
bambino della bicicletta guida una diocesi dai contrasti più difficili da sanare
che, oltre alle calamità naturali e guerra del petrolio deve sopravvivere allo
spietato dominio dei fondamentalisti islamici che combattono la minoritaria presenza
dei cattolici. Enzo Biagi, in coda al servizio, chiede a mons.Mazzolari quando,
per gli emarginati del Sud Sudan, ci sarà la Resurrezione. Il vescovo ha dato
questa risposta: "Noi viviamo un Venerdì Santo quotidiano, dove non si sa se troverò
cibo e se mi ammalo, morirò o guarirò. La Resurrezione? Noi la vorremmo oggi,
anche domani. Ma la politica di questo Paese non ci consente di sperarci troppo.
Contiamo che il resto del mondo, l'Onu, l'Unione Europea, si occupino di questa
tragedia dimenticata del Sud Sudan e possano aiutarci". "Per concludere le faccio
la stessa domanda che feci a un missionario del Rio Grande, Padre Gianola, che
non c'è più: lei è felice?". "Sì sono molto felice. Ho promesso alla mia gente
che morirò in Sudan perché, soprattutto dopo la mia ordinazione episcopale, sono
uno di loro. Non lascerò più questo Paese. Lo farò solo per andare a portare la
loro voce, per chiedere aiuti e per cercare altri missionari. La mia patria è
il Sudan e io sono felice". Il vescovo di Rumbek porta sulle spalle la croce missionaria,
la croce della Resurrezione, ricevuta da Giovanni Paolo II il giorno dell'Epifania
del 1999. Gli disse Papa Wojtyla: "A te, mons. Cesare Mazzolari, è affidata la
diocesi di Rumbek, in Sudan, una terra la cui popolazione, sottoposta da anni
a logoranti sofferenze, attende una pace giusta, nel rispetto dei diritti umani
di tutti, a cominciare dai più deboli". Mons.Cesare Mazzolari non può essere lasciato
in mezzo ai prigionieri della fame solo con il suo mandato missionario. Ha bisogno
(e se lo merita), dell'aiuto e dell'incoraggiamento di tutti noi.
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| Nella foto mons. Mazzolari tra i suoi
ragazzi del Sud Sudan | CHI
E' MONS.MAZZOLARI
Nasce a Brescia il 9 febbraio 1937. Nel 1953 va a studiare negli Stati
Uniti e 9 anni più tardi viene ordinato sacerdote comboniano a San Diego. Trasferito
a Cincinnati, opera tra i neri e i messicani che lavorano nelle miniere. Il 1981
è l'anno del suo arrivo in Sudan: dapprima nella diocesi di Tombuta-Yambo, poi
a Juba. Il 6 gennaio del 1999 viene ordinato vescovo da Giovanni Paolo II e destinato
alla diocesi di Rumbek. Muore il 16 luglio 2011, stroncato da un infarto, mentre stava celebrando la Santa Messa nella "sua" cattedrale di Rumbek nel Sud Sudan.
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Anche per la diocesi di Rumbek, come per tante altre
zone dell'Africa, l'acqua é il bene più prezioso. |
Nel
corso della visita in Italia per assistere nell'anno del Grande Giubileo alla
canonizzazione di Giuseppina Bakhita -la schiava sudanese liberata e poi diventata
religiosa canossiana a Schio (Vicenza)-, mons.Cesare Mazzolari ha fatto tappa
al "Segretariato delle Opere di Papa Giovanni". Per una felice coincidenza
alla vigilia del "Giubileo dei vescovi" si è incontrato, nella nostra sede, con
mons.Jaime Luiz Coelho. Un breve colloquio per uno scambio di ricche esperienze
pastorali vissute su due diversi fronti missionari: Sudan e Brasile. |
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