"Uomo integro e retto, timorato di Dio e alieno al male".

(Giobbe 1,1)




Giuseppe Inselvini 17 marzo 1921 - 29 aprile 2006
Fondatore delle Associazioni: "Segretariato delle Opere di Papa Giovanni",
"Fraternità" e del mensile "Mamma"



Tutto cominciò dall'incontro con
un sacerdote bresciano
missionario a Floresta (Brasile)

Un pretino minuto ma dallo sguardo acceso del realizzatore, che dimostra, quando vuole ottenere qualcosa che gli sta a cuore, un'energia insospettata”. E' la didascalica descrizione di padre Antonio Martinelli, dalla penna di Danilo Tamagnini sul n.90 del mensile “Mamma” datato 1968, anno della grande contestazione.

Padre Antonio, bresciano di Verolanuova, sin da chierico si muoveva, in un certo senso, con il piglio del contestatore. Lui, a volte insofferente alle rigide imposizioni della condotta in seminario, aveva accolto con lo straordinario entusiasmo degli spiriti liberi, i segnali del grande rinnovamento proposti dal Concilio Vaticano II fortemente voluto da Papa Giovanni XXIII.

E così, con nell'animo la regola di una Chiesa con i poveri e per i poveri e mosso da una convinta devozione al “Papa buono” (già agli inizi degli anni Sessanta venerato come santo dal popolo dei devoti), padre Martinelli dal 1960 è missionario oltreoceano, a Floresta, diocesi di Maringà, nel sud del Brasile e là

sprigiona subito la sua “energia insospettata” come la definì il cronista. Capisce di dover svolgere il ruolo del traghettatore delle opere di misericordia. Comprende al volo che laggiù, in quelle praterie di terra brasiliana, c'é molto da edificare. C'é un immenso bisogno di opere materiali e spirituali perché –sostiene il “pretino minuto”- “i poveri sono stanchi, non possono più aspettare”.

L'attività del Segretariato cominciò così in modo spontaneo, semplice e amichevole dall'incontro con padre Antonio Martinelli, testimone del Vangelo in Sud America dove venne ordinato sacerdote nel 1958. Lui, nel Paranà, missionario in prima fila; noi qui a Brescia, guidati dal compianto fondatore Giuseppe Inselvini (1921-2006), missionari dalle retrovie.

Don Antonio intravede programmi di fraternità e di promozione umana di ampio respiro. Vuole, ad ogni costo, farci incontrare con il suo vescovo, mons. Jaime Luiz Coelho e ce lo presenta nel novembre 1963. E' stato il favorevole episodio che ha dato la svolta decisiva e finora duratura al ‘Segretariato delle Opere di Papa Giovanni'.

Primi anni Sessanta. Il giorno dell'inaugurazione della chiesa di Floresta intitolata a "Nostra Signora del Rosario". E' la prima struttura costruita in terra di missione grazie al sostegno dei benefattori del Segretariato.
Lezione di catechismo di padre Antonio Martinelli, missionario a Floresta (Stato del Paranà, Brasile), ad alcuni ragazzini dell'"Orfanotrofio Giovanni XXIII".
Padre Antonio impugna il volante del trattore dono dei lettori di "Mamma".
Il mezzo, per anni, verrà impiegato nell'azienda agricola collegata alla missione di Floresta.
Una donna di Floresta ringrazia padre Antonio per il dono prezioso del pane quotidiano.
Il missionario-medico padre Antonio assiste un piccolo malato minacciato di cecità.
IL BUON SEME DEL SEMINATORE
Padre Antonio Martinelli ripreso mentre insegna, ad un gruppo di ragazzini del 'Villaggio Giovanni XXIII' di Floresta, le nozioni di base dei lavori di campo. "Come la pioggia fa germogliare la terra così sarà della parola uscita dalla mia bocca" Isaia 55,10-11.

Padre Antonio ha svolto in modo completo il compito del seminatore. Ha insegnato che il terreno buono dove il seme feconda abbondantemente è quello dello spirito umile e docile che accoglie con amore la parola e la trasforma in azioni di grazie e di bontà.

La foto sotto é anche l'immagine del frutto della buona semina.
Le stanze dell'orfanotrofio, costruito da padre Antonio, oggi sono state trasformate in un moderno "Centro di accoglienza per ragazzi bisognosi".
La struttura, intitolata al Beato Papa Giovanni, é affidata alle missionarie del Sacro Cuore di Gesù.